Biologo marino: lavoro e prospettive

Dove lavora un biologo marino? Quali sono i settori che richiedono questa figura professionale? Quali sono le prospettive di carriera? Proviamo a dare una risposta a tutti quei giovani appassionati di biologia marina che vorrebbero trasformare la propria passione nel lavoro dei sogni.

Sommario:

Biologo marino, un lavoro da sogno

Paesaggi mozzafiato, viaggi in mete esotiche, avventure dai capelli bagnati alla ricerca di sensazionali scoperte in paradisi sottomarini ancora inesplorati… per molti appassionati l’idea di un lavoro da biologo marino coincide più o meno con questa descrizione. Bhè, cari amici, non sarò io a distruggere i vostri desideri. Sebbene le possibilità offerte da una preparazione universitaria nel settore della biologia marina siano molteplici e non tutte così affascinanti, la realtà, in molti casi, non si discosta così tanto dalla fantasia.

La domanda che frulla per la testa di tutti coloro che si abbandonano al desiderio di diventare biologi marini è però sempre la stessa: ma poi dopo c’è lavoro? La risposta è si. Il lavoro c’è, esiste ed è concreto. E questa è la buona notizia. L’altro lato della medaglia è che difficilmente troverete annunci sui siti specializzati in offerte di lavoro, in cui venga espressamente richiesto un biologo marino. Il lavoro dovrete cercarlo e talvolta un po’ crearlo, ma lo spazio, per chi ha iniziativa e coraggio, c’è. Oggi più che mai il tema ambiente è oggetto di grande attenzione e il mare viene spesso visto come il simbolo di tutto ciò che ci è rimasto ancora da proteggere e salvare. Quindi rimboccatevi le maniche e continuate a leggere, per scoprire quali sono i settori e le prospettive più interessanti.

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Il settore pubblico: la ricerca

Lo sbocco principale per un laureato in biologia marina è la ricerca, ossia lavorare all’interno di istituti di ricerca pubblici che si occupano di ampliare le conoscenze della comunità scientifica su vari temi legati alla biologia del mare o alla oceanografia.

Questi enti si occupano di ricerche di base nel campo dell’ecologia, la fisiologia, l’oceanografia e l’acquacoltura, tutti settori che hanno ampie ricadute nei settori produttivi dell’impresa privata. In genere il percorso per giungere a questa carriera prevede, dopo la laurea, il conseguimento di un Dottorato di ricerca, che si ottiene dopo un periodo di tre anni di studio/lavoro regolarmente retribuito. Al termine del dottorato si prosegue con assegni di ricerca messi a disposizione dall’Ente e si potrà poi tentare i concorsi per un posto da ricercatore.

Nel settore della ricerca esistono tematiche molto varie e diversificate; seguendo un percorso incentrato sull’ecologia del benthos si potrà più facilmente trovarsi a lavorare in mare e condurre ricerche in campo, mentre specializzarsi sul mantenimento in acquario di specie modello protrà significare frequentare più spesso i laboratori che le barche da ricerca…

Il settore privato: il Biologo marino e i monitoraggi ambientali

Un settore che negli ultimi anni sta riscuotendo grande successo è quello dei monitoraggi ambientali. Ogni grande opera che viene realizzata, come la costruzione di un porto, il dragaggio di un tratto di mare, la realizzazione di un ponte e così via, deve essere sottoposta a un rigido controllo del rispetto dei parametri ambientali di riferimento. In questo senso i Biologi marini sono spesso chiamati a eseguire analisi e misurazioni nel periodo precedente, contemporaneo e successivo alla realizzazione dell’opera. E’ un settore questo molto interessante in cui numerose imprese private trovano buone opportunità di lavoro. Un Biologo marino esperto può lavorare come libero professionista, venendo ingaggiato dalle società di ingegneria ambientale che si occupano di programmare gli interventi di monitoraggio oppure come dipendente. Questo campo consente di viaggiare tanto, dovendo muoversi di volta in volta sui luoghi di svolgimento dei cantieri, e può dare ottime soddisfazioni sia professionali che retributive. Una maggiore opportunità di lavoro, in questo caso, puo’ essere garantita dal possesso della qualifica di Operatore Tecnico Subacqueo, spesso richiesta per poter operare in campo.

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Le aree marine protette: la casa dei Biologi marini

Le Aree Marine Protette sono tratti di mare soggetti al divieto o alla regolamentazione di numerose attività, con lo scopo di preservare quei tratti di mare considerati fondamentali per il funzionamento dell’intero ecosistema costiero. All’interno delle AMP, che sono Enti Pubblici a tutti gli effetti, i Biologi marini possono svolgere numerosi ruoli: talvolta lo stesso Direttore della riserva è un Biologo marino; altre volte uno staff di biologi si occupa di coordinare ed eseguire le attività di ricerca scientifica volte a definire le azioni di tutela ambientale da intraprendere e a misurarne l’efficacia. Spesso poi i Biologi marini sono coinvolti nelle attività di divulgazione scientifica verso i visitatori del parco.

Il Biologo marino negli acquari

Un altro settore di sicuro interesse è quello legato all’acquariologia e all’acquacoltura. Un biologo marino ha infatti ottime conoscenze della chimica e dei processi che avvengono in acqua, oltre che della fisiologia e delle esigenze specifiche dei vari gruppi di animali allevati in cattività. Per questa ragione è spesso chiamato a dirigere o operare all’interno della struttura per assicurare la corretta esecuzione delle pratiche di mantenimento degli animali e dei vegetali marini. In questo caso, per coloro che volessero intraprende questo tipo di carriera, il mio consiglio è di seguire un master post laurea, da preferire al conseguimento della Laurea Magistrale o da intraprendere dopo aver terminato quest’ultima. Un master in acquacoltura e acquariologia fornisce delle competenze più specifiche e sopratutto pratiche per poter gestire al meglio una realtà tecnicamente complicata come quella di un grande acquario.

Turismo e divulgazione: settori interessanti

Infine esiste un modo enorme, vario e diversificato come il mare stesso, che è quello della divulgazione. Trasmettere le conoscenze e avvicinare le persone al meraviglioso mondo marino può essere fonte di buon reddito, oltre che di grandi soddisfazioni. La divulgazione può essere legata a progetti da intraprendere nelle scuole, all’impiego in science center o musei scientifici, alla realizzazione di documentari, al giornalismo scientifico…insomma chi più ne ha più ne metta!! Anche il settore turistico esercita una certa domanda di figure specializzate per l’accompagnamento dei turisti in parchi e riserve dove la figura del Biologo o Naturalista è molto apprezzata per rendere l’esperienza completa e appagante. In molte località tropicali i Biologi marini sono assunti per svolgere un duplice ruolo: accanto alle attività turistiche sono impegnati in progetti di ricerca volti a tutelare quella stesa risorsa che è fonte del sostentamento delle imprese turistiche. Non è raro, per chi intraprende questa carriera, dividere la propria giornata tra escursioni turistiche, trapianto coralli e monitoraggio dei nidi di tartarughe marine..non male, direi!!!

In conclusione

Insomma, sia nel settore pubblico che privato oggi i Biologi marini hanno un ampio ventaglio di possibilità lavorative, tutte appassionanti e ricche di fascino. La competizione è dura e occorre molta forza di volontà, ma chi ha davvero la passione per questo mondo riuscirà senz’altro a trovare la sua strada…in fondo al mare!!

 

Foto:

Autore NOAA’s National Ocean Service

licenza: Pubblico dominio

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