Squalo Bianco e otaria del Capo: sfida al chiaro di luna

In Sud Africa la sopravvivenza di prede e predatori dipende da una danza che si celebra sotto il bagliore delle stelle

Le fredde acque di Seal Island, l’isola dei leoni marini, sono il teatro di uno degli spettacoli più maestosi della natura: l’atavica lotta tra il più iconico predatore dell’oceano, lo squalo bianco, e una delle sue prede d’elezione, l‘otaria orsina del Capo. Una lotta che, si è scoperto, deve le sue sorti alla luce della luna.

Lungo i litorali di questa isoletta al centro di False Bay, nei pressi di Città del Capo, alcuni ricercatori hanno speso lunghe notti per documentare gli attacchi degli squali alla grande colonia di pinnipedi che vive sulle sue coste rocciose. L’intento? Scoprire in che modo le diverse fasi lunari interferissero sulla capacità di sopravvivenza delle prede agli impressionanti attacchi degli squali bianchi.

E’ noto, infatti, che alcuni fattori ambientali hanno la capacità di influenzare fortemente le interazioni preda-predatore, ma nessuno aveva mai provato ad investigare l’effetto delle fasi lunari sui grandi predatori marini.

Seal Island, l’isola dei leoni marini

Squali bianchi e leoni marini a seal island
Le otarie della colonia di Seal Island (foto: Wolves201, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons)

L’isoletta rocciosa di Seal Island è costituita da un unico blocco di granito della dimensione di due ettari, distante meno di 6 km dalla costa, al centro di una insenatura chiamata False Bay. L’isolotto ospita una nutrita colonia di circa 60.000 otarie orsine del Capo (Arctocephalus pusillus pusillus) dette anche Leoni Marini Sudafricani, costantemente minacciate dalla presenza del loro principale predatore, lo squalo bianco.

Quando si avventurano in mare per la caccia, le otarie attraversano la baia in gruppi di 4 o 5 individui, cercando di confondere i predatori con i loro salti mentre raggiungono le acque più profonde e sicure all’esterno dell’insenatura. Gli squali bianchi che vivono in queste acque sono specializzati nella caccia alle otarie e non di rado si producono in attacchi acrobatici (“breaching”) in cui l’intero corpo del predatore fuoriesce dall’acqua in un tripudio di forza e coordinazione.

Squali e otarie: è questione di Luna

Neil Hammerschlag, della National Geographic Society, e i ricercatori Chris e Monique Follow, hanno provato a capire in che modo le fasi lunari possano influire sulla interazione tra squali e otarie. Per farlo hanno deciso di annotare l‘incidenza e la percentuale di successo degli attacchi nelle ore immediatamente a cavallo dell’alba, nelle notti di luna piena e in quelle di luna nuova. I risultati, pubblicati nel Settembre del 2016 sulla rivista Environmental Biology of Fishes, non lasciano dubbi: la luna è un prezioso alleato dei mammiferi nella lotta senza fine per la sopravvivenza.

La maggior parte degli attacchi degli squali, in questa parte del mondo, si concentra all’incirca un’ora prima dell’alba, quando i deboli bagliori di luce diffusa annunciano l’imminente comparsa del disco solare all’orizzonte. In queste condizioni di luce fioca, gli squali in agguato sotto la superficie riescono già a distinguere le sagome delle otarie in superficie; per queste, invece, la luce non è ancora sufficiente per permettergli di scorgere il profilo del predatore sotto di esse, concedendogli un vantaggio che si rivela spesso decisivo.

Ma quando la luna è piena, la pallida luce dei suoi raggi si unisce al timido chiarore del sole nascente e capovolge i rapporti di forza. Gli squali non riescono a celare le loro minacciose sagome e le otarie hanno più possibilità di evitarne gli attacchi.

squali bianchi non riescono a catturare le otarie con la luna piena
Quando la luna è piena, gli attacchi degli squali falliscono più spesso. Foto : Fallows et al. 2016 (Env Biol Fish)

Un sottile gioco di sfumature, quindi, che fa la differenza tra la vita e la morte in uno dei palcoscenici principali per le esibizioni degli squali bianchi. Le coste del Sud Africa, infatti sono uno dei punti dove si riscontra la più alta concentrazione di questi pesci straordinari, la cui sopravvivenza a livello globale è fortemente minacciata.

Fonti:

Fallows, C., Fallows, M. and Hammerschlag, N., 2016. Effects of lunar phase on predator-prey interactions between white shark (Carcharodon carcharias) and Cape fur seals (Arctocephalus pusillus pusillus). Environmental Biology of Fishes99(11), pp.805-812.

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